martedì, 16 aprile 2024
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Santa Pasqua 2020


Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell'angoscia dicono: «Siamo perduti», così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

In questo periodo di Quaresima, di digiuno dalle cose e soprattutto dagli affetti, vorrei cominciare questi auguri con le Parole che il Santo Padre ha detto venerdì 27 marzo in piazza San Pietro, piena dei cuori di milioni di fedeli. Siamo chiusi nelle nostre case, lontani dalle persone, in una quotidianità diversa. Piangiamo le persone che sono tornate alla casa del Padre, ci preoccupiamo dei malati e preghiamo per tutti coloro che stanno lavorando perché questa epidemia finisca. Abbiamo paura, ma abbiamo anche qualcosa di più. La nostra preghiera non è inutile, ma si unisce a quelle delle altre persone: non siamo soli, ma siamo tutti interconnessi.

Questo ci porta ad assaporare ancora di più il momento in cui torneremo tutti insieme: dopo la Quaresima, dopo la morte di Gesù in croce, ecco il sepolcro vuoto. La prova che la morte non è l’ultima parola, ma la vita vince sempre.

Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita.

Ed allora, più che un augurio, tutta l’AC vuole dirvi che la vita vince sempre, che il Signore è risorto, che non dobbiamo avere paura perché la speranza non è vana.

Un abbraccio nel Signore,

Andrea Cavazzoni

Il Consiglio Diocesano


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