sabato, 12 luglio 2025
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gli Incontri






1. Gli ingredienti della festa

Per prima cosa ci chiediamo: quali sono gli ingredienti di una festa? Dalla riflessione personale emerge questo elenco…

2. La festa di Nozze

Gesù usa le parabole, cioè la vita quotidiana, per raccontare com’è il Regno di Dio. Nella parabola che sceglie per raccontarci il Regno di Dio sceglie l’immagine del banchetto di nozze… che potrebbe essere più o meno così: (video di Paolo Nutini – Candy)

Lettura del Vangelo (Mt 22,1-14)

Spesso diciamo di no all’invito di Gesù perché pensiamo che sotto sotto sia un funerale, una festa dove ci si annoia, il contrario della festa che ci aspetteremmo!

Il fatto che Gesù ci sia rende possibili tutte le promesse che il popolo si aspetta. Gli Ebrei aspettavano le nozze da migliaia di anni. Quando però Gesù arriva, non lo accolgono. Hanno altro da fare. Ma non vale solo per gli Israeliti. Vale anche per noi oggi: non ci accorgiamo che lì c’è una festa e abbiamo altro da fare.

Voi a cosa paragonereste la vostra esperienza di Dio? Nozze, funerale? Quali ingredienti ci sono? Quali ingredienti mancano?

Segue discussione di gruppo

2. La festa domenicale

“Io ti invito ad una festa”

Il banchetto di nozze di mio figlio Gesù con te. Quando partecipiamo all’Eucaristia, Gesù ogni volta si fa uomo, rivive la sua vita, si fa cibo per noi.



1. Il compito: invito alla festa!

Ognuno di noi era stato invitato a fare un volantino a tecnica libera per invitare chi voleva ad una festa, scegliendo tema e immagine! Vediamo gli elaborati portati!

2. La festa del mondo

Quali requisiti bisogna avere per essere festeggiati dal mondo?

Scopriamolo con la visione di due interessanti spot. Uno per le donne .

E uno per i maschietti

3. Lavori di gruppo

Con la tecnica del “cooperative learning” rispondiamo a gruppi a queste domande:

Restituzione dei lavori di gruppo.

4. La festa del cuore

Abbiamo visto quali sono i prerequisiti per essere festeggiati dal mondo; il “dresscode” obbligatorio è obbedire a dei canoni, essere persone di successo, in un qualche modo “Perfette”.

Qual è il dresscode per essere festeggiati da Dio??? Lo possiamo scoprire leggendo il Vangelo che ci guida quest’anno.

Lettura del Vangelo (Mt 22,1-14)

Il padrone di casa invita alle nozze tutti, cattivi e buoni; nel Vangelo di Luca si può leggere che in particolare invita i “poveri, gli storpi, i ciechi, gli zoppi”. Persone con difetti dunque: ma non dobbiamo pensare che quindi quella di Dio sia una festa per “sfigati”! Al contrario, questo ci fa capire che se il dresscode è l’avere un limite, un difetto, un peccato dunque, nessuno di noi può essere escluso! Invece che stare a brigare per diventare persone “perfette” come ci chiedevano gli spot di prima… godiamoci l’invito di chi ci accoglie esattamente così come siamo!



The butterly circus - Il circo della farfalla

Dura venti minuti… ma vale la pena guardarlo fino in fondo!


Chi è quel "signor Méndez"?

Non è un film sui corpi, disabilità, emarginazione, credo, ma sulle anime.

La "deformità" di Will è l’immagine della nostra povera umanità, l’immagine di ciascuno di noi, inchiodato al proprio limite, alla propria incapacità, alla propria solitudine, al proprio peccato, al proprio senso di inadeguatezza, alle proprie paure, ai propri sbagli, al proprio "non essere amato" e, quindi, vittima impotente di un mondo crudele che trae guadagni dalle sue mostruosità.

«Il miglior spettacolo di mostri della città». «Una perversione della natura, un uomo – se così lo si può chiamare – a cui Dio stesso ha voltato le spalle!».

Il "Signor Méndez" ha uno sguardo diverso su quei poveretti. Vi fa pensare a Qualcuno?

Ecco la sua compassione, il suo fermare la crudeltà dei ragazzetti, il suo levarsi il cappello davanti a Will, il suo «tu sei magnifico!», l’immediato perdono per lo sputo di chi credeva di essere deriso perché lui non si vedeva "magnifico". Il "Signor Méndez" è subito pronto a scusarlo: «Non è successo niente. È colpa mia. Forse mi sono avvicinato un po’ troppo, giusto amico?».

È il "signor Méndez", famoso perché direttore del "Circo della farfalla", quello che – secondo il mondo – fa "spettacoli stravaganti".

Il "Signor Méndez" gli dice: «non c’è niente di edificante nell’esporre le imperfezioni di un uomo… noi siamo contenti che tu stia qui con noi e puoi restare finché vuoi, ma io dirigo un altro tipo di spettacolo»

«Signori e signore, ragazzi e ragazze, ciò di cui ha bisogno questo mondo è di un po’ di stupore». «Splendidi, non è vero? Come si muovono, pieni di forza, colore e grazia. Sono sbalorditivi!»

Tutti gli artisti del Circo sono dei redenti, sono persone che erano state buttate dal mondo come perduti e perdenti. E sono rinate. Perché il "Circo della farfalla" mostra appunto questo meraviglioso spettacolo: il bruco deforme che diventa bellissima farfalla.

«Se soltanto tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri». È una possibilità anche per Will. Perché la vera bellezza è quella di chi si lascia amare, di chi accetta la misericordia e "rischia" tutto se stesso in questo amore. «Ma sono diversi da me» «Sì. Tu un vantaggio ce l’hai: più grande è la lotta e più è glorioso il trionfo». «I vostri occhi saranno testimoni, in questo stesso giorno di un’anima coraggiosissima».

il "Circo della farfalla" esiste in questo mondo?

Ecco una bella pagina del grande Dietrich Bonhoeffer:
«Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro, sceglie una creatura umana come suo strumento e compie meraviglie lì dove uno meno se le aspetta. Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono "perduto", lì Egli dice "salvato"; dove gli uomini dicono "no!", lì Egli dice "sì"! Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì Egli posa il Suo sguardo pieno di un amore ardente incomparabile. […]».

Questo è il cristianesimo.

1) Chi è il protagonista Will?

2) Chi è Méndez? Che cosa vede Méndez negli altri uomini? Qual è il suo segreto? Quale credi sia il suo progetto e il suo sogno?

3) Che cosa rappresenta il Circo della farfalla?

Prova a confrontare il Circo della farfalla con il tuo gruppo di amici, la tua parrocchia, il mondo che ti gira intorno




Vangelo di Luca (12, 20)

Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: «Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi«.

Il servo disse: «Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto». Il padrone allora disse al servo: «Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.«




Da - Sul valore profetico dell’amore sponsale: Da S. S. Averincev- M. I. Rupnik -

L’uomo, quando si innamora, vede l’altro molto bello. Lo vede con gli occhi dell’amore, così come l’altro è nel cuore. Quando uno è innamorato, pensa che la persona amata sia la più bella, la più buona, la più intelligente del mondo, ma gli altri tendono a ridimensionare questa sua visione. Solov’ev afferma che vede bene solo chi è innamorato. Solo attraverso l’amore infatti si riesce a conoscere l’altro. [...] Solo l’amore crea le condizioni per la rivelazione dell’altro. La conoscenza della persona consiste soprattutto nel permettere e accogliere la sua rivelazione…

L’amore abbraccia la persona nella sua interezza e, dunque, solo attraverso l’amore la si conosce interamente. Quando si è innamorati si vede l’altro così come lo vede Dio, perché si guarda con amore, insieme a Dio che è amore. Dio infatti ci vede in quella perfezione alla quale possiamo arrivare. Ma l’altro non è ancora così nella sua storia. La sua concretezza è ancora permeata dall’egoismo. Quando l’uomo dice alla donna che è la più bella, lei allora risponde: «Tu sei l’unico che mi vede così, perché io, così, non lo sono ancora. Aiutami a diventare come tu mi vedi». Berdjaev dice che la conoscenza dell’altro è un’intuizione d’amore, che presuppone un divenire: Per questo la donna dice al suo uomo: «Te la senti di impegnarti con me affinché io diventi in tutto ciò che tu hai visto in me?».




Vangelo di Matteo (5,43-48)

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.




OUTSIDER - SUN

Io sono il diverso per la statistica
e non faccio testo nella casistica
Ma conta più del resto la mia dignità

Di questi tempi noto spesso
quanto le mie scelte vadano dritte ma all'inverso
Non è il gusto dell'opposto
Non è anarchismo
Ho semplicemente scelto di essere me stesso

Io sono il diverso per la statistica
e non faccio testo nella casistica
ma conta più del resto la mia dignità

Ho un'incoscienza commerciale
che mi custodisce dalla stasi generale
La salvezza personale non mi basta più
Ho scelto un Credo essenziale

Gli educati eccessi della nostra età
sono schiavi genuflessi all'avidità
Ma c'è un moto inverso che vive e splende già

Noi siamo i diversi per la statistica
distanti universi in questa società
ma quanto ci accomuna la nostra unicità!

Compito

WWJS - What would Jesus see?

Cosa vedrebbe Gesù?

Penso ad una diversità mia e/o degli altri che mi dà da fare e penso a come Dio la potrebbe vedere!

Risposte dal compito tra i presenti

Vangelo di Matteo 10,26-31

Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Rotta educativa

Sono capace di riconoscere il luoghi fisici e virtuali in cui abito come luoghi di annuncio?

Appunti per una regola di vita giovanissimi

“Intorno a te c’è un mondo di uomini e donne che vivono, studiano, lavorano, amano, gioiscono, piangono. Di questa umanità tu sentiti fratello, sempre. Non puoi rimanere indifferente, non puoi pensare soltanto a salvare te stesso. In questo senso, tappa importante è il sacramento della confermazione. Con la Cresima riscopri il senso del tuo battesimo, che ti porta a condividere con gli altri la salvezza che Gesù ha portato nella tua vita. Con il sacramento della confermazione, insieme a tutta la tua comunità, ti assumi consapevolmente il compito di testimoniare con i fatti e le parole la bellezza di Gesù.”
(AC, Con tutto il cuore)




Da Evangelii Gaudium

La pastorale giovanile, così come eravamo abituati a svilupparla, ha sofferto l’urto dei cambiamenti sociali. I giovani, nelle strutture abituali, spesso non trovano risposte alle loro inquietudini, necessità, problematiche e ferite. A noi adulti costa ascoltarli con pazienza, comprendere le loro inquietudini o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio che essi comprendono. Per questa stessa ragione le proposte educative non producono i frutti sperati. La proliferazione e la crescita di associazioni e movimenti prevalentemente giovanili si possono interpretare come un’azione dello Spirito che apre strade nuove in sintonia con le loro aspettative e con la ricerca di spiritualità profonda e di un senso di appartenenza più concreto. È necessario, tuttavia, rendere più stabile la partecipazione di queste aggregazioni all’interno della pastorale d’insieme della Chiesa.

Anche se non sempre è facile accostare i giovani, si sono fatti progressi in due ambiti: la consapevolezza che tutta la comunità li evangelizza e li educa, e l’urgenza che essi abbiano un maggiore protagonismo. Si deve riconoscere che, nell’attuale contesto di crisi dell’impegno e dei legami comunitari, sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato. Alcuni partecipano alla vita della Chiesa, danno vita a gruppi di servizio e a diverse iniziative missionarie nelle loro diocesi o in altri luoghi. Che bello che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!




Attività 1

Che stile hai di annuncio?

Esercizio di movimento: di fronte alle situazioni proposte spostati andando nella posizione “Molto”“Poco”“MEDIO” in base al comportamento che assumeresti.




Attività 2

La chiave che dà il vangelo é la carità, che passa dall'ascoltare il fratello -esercitazione di ascolto a coppie -condivisione dell'esperienza -compito sul fare un ascolto/intervista.

A seguire qualche riflessione sull’ascoltare:
(utile per le relazioni con i miei compagni di scuola)

È un modo già questo importante di essere cristiano e di esercitare la carità, perché lo faccio sentire guardato, amato, gli faccio sentire che esiste e che qualcuno gli vuole bene.

Se perdete tempo per le persone, non temete, questo resta ed è ricordato.

Se poi voi al di fuori della scuola fate anche scelte cristiane, quelli a cui avete dedicato del tempo lo vedranno, se ne accorgeranno. “Guarda, si è sposato in Chiesa…? È felice…? Magari lo nota guardando su facebook qualche foto.

Magari si domanda: “Vuole dire qualcosa questo alla mia vita?”

Quando ascolti, più taci più dai all’altro la possibilità di parlare, di venire fuori. A volte l’altro si risponde poi anche da solo, può scoprirsi un po’ e capire qualcosa della sua situazione.

Poi anche tu hai le tue idee, quello che sente il tuo cuore, e le puoi anche dire al momento e nel modo giusto. Hai le tue opinioni. Posso trasmettergli qualcosa di nuovo. Che cosa ho scoperto di nuovo?

Posso anche capire quali domande funzionano e quali no? (“Beh, che cos’hai allora…?” non è granchè!)




Preghiera conclusiva

Signore Gesù, Fa che tutti ci riconosciamo figli del Padre celeste
Per sentirci tutti fratelli.
Con te, in te, per te.
Si aprano i nostri occhi
Per vedere le necessità dei bisognosi.
Si aprano i nostri cuori per amare tutti.
Si aprano le nostre mani per aiutare sempre.
Rendici un cuor solo ed un anima sola.
Ogni steccato sia abbattuto, ogni rottura sia ricomposta,
ogni rancore sia spento. Sepolto sia l’orgoglio.
Distrutta l’invidia vinta la cattiveria.
Signore Gesù rendici testimoni del tuo amore.
Il tuo Spirito ci unisca tutti in comunione di fede e di carità.
Con te, Signore, saremo Chiesa presente nel mondo,
tuoi discepoli che imparano da te l’amore.



La responsabilità… a scuola

Non voglio essere giudicata!
Come faccio ad essere testimone credibile?!
Perché non so mai cosa rispondere ai miei compagni!?



La spiritualità dello studio

Pensare nella Verità e agire nell’Amore

1. Spiritualità dello studio = spiritualità del quotidiano

«Poco dopo la morte di Rabbi Moshe di Kobryn, fu chiesto ad uno dei suoi discepoli: “Per il tuo maestro quale era la cosa più importante?”. Il giovane si mise a riflettere per un po’, e rispose: “Quello che stava facendo in quel momento!”».
La scuola è anzitutto maestra di vita. A scuola ci proiettiamo nel futuro, cresce il desiderio della novità così come l’aspirazione su noi stessi, ma ci accorgiamo che decisivo risulta essere il presente: la giornata scolastica con i suoi pesi e le proprie gratificazioni. Un tempo, quello della scuola, riempito di impegno e di amore. Age quod agis, abbiamo appreso sui banchi del ginnasio: fai quello che stai facendo con rigore e amore.

2. Dimmi cosa studi e ti dirò chi sei!

«Non leggete come fanno i bambini, per divertirvi o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere».
Lo studio ci rende coscienti dei segreti delle nostre anime, ci svela orizzonti che da soli non sapremmo mai raggiungere e che possono darci una scintilla di energia in più. Lo studio autentico è destinato ad alimentare lo spirito, a stimolare l’intelligenza, ad esaltare la fantasia, a cercare il bene. Significa porsi dinanzi a ciò che si studia con tutti quegli interrogativi che nascono dalla nostra identità.

3. La presunzione pericolosa

Due di loro se ne andavano a un villaggio di nome Emmaus e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano. Egli domandò: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed essi si fermarono tutti tristi e gli risposero: «Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?»
A volte la scuola può rendere tristi! Così accade tanto spesso nella nostra vita. E la cosa strana è che anche noi, come i due di Emmaus, riteniamo di sapere solo perché andiamo a scuola, crediamo di conoscere, di saperla lunga sulla vita e sulla fatica del vivere; magari ci atteggiamo a persone navigate ed esperte delle contraddizioni della vita. Ma uno dei rischi che si può correre è quello della presunzione: è sinonimo di staticità. La passione per la ricerca è un’altra cosa!

Lo studio… ai tempi di Gesù!

4. Affidarsi alla verità

Allora Pilato gli disse: «Ma dunque, sei tu re?» Gesù rispose: «Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce». Pilato gli disse: «Che cos'è verità?» E detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei
Forse Pilato era un giovane studente alla ricerca della verità, gli si era presentata un’occasione d’oro, ma lui, poveraccio, non ha avuto la possibilità di affidarsi a qualcosa (o a Qualcuno) di più grande che non invecchia mai… ed esce di scena!

5. Il laboratorio dell’anima

I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Mentre tornavano, il bambino Gesù rimase in Gerusalemme all'insaputa dei genitori; i quali non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme cercandolo. Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande; e tutti quelli che l'udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte…
… l’esperienza scolastica ci aiuta a scoprire la vita come un luogo di realizzazione di un amore oblativo, una vita che si fa dono. Una spiritualità dello studio può rendere la vita un laboratorium animae: un’officina dell’anima che ci affina e ci aiuta a guardare lontano!

La responsabilità… dell'uomo

Do it with passion!

Si può vivere a tanti livelli…

…facendo piccole o grandi cose con la stessa passione!

Imparando dalla Passione di Gesù per l’uomo!

Dal Vangelo secondo Giovanni Quando giunse l'ora, egli si mise a tavola, e gli apostoli con lui. Egli disse loro: «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; poiché io vi dico che non la mangerò più, finché sia compiuta nel regno di Dio». E, preso un calice, rese grazie e disse: «Prendete questo e distribuitelo fra di voi; perché io vi dico che ormai non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio». Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi.

La foresta che cresce

Mentre siamo qui a parlare tante persone sparse per l’Italia stanno spargendo semi di Bene per amore dei fratelli… altre realtà sono nate grazie all’esempio di tante altre persone che hanno dato la loro vita credendo in un ideale, in un progetto ispirato dal Vangelo.

Conosci qualcuno di questi “semi”? Vorresti conoscerlo?

Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.

Compito per casa

Alla luce degli esempi di “passione” visti oggi medita e rifletti in quali ambiti del vivere civile potresti spendere le tue capacità al servizio degli altri. Cerca un’ esempio nella tua vita quotidiana (scuola, casa, parrocchia, paese, sport, politica, etc…) di persona che secondo te si spende con passione nel servizio che fa’ e descrivilo brevemente al prossimo incontro.

…Se sei coraggioso… fai un selfie con lei!

Sotto la stessa luce

Roma

Una chiesa madre che abbraccia tutte le figlie sparse nel mondo

Un luogo dove i Cristiani di tutto il mondo si ritrovano per:

Incontrare

10 maggio. Il Papa e la Chiesa incontrano la scuola

Prima di tutto vi ringrazio, perché avete realizzato una cosa proprio bella! questo incontro è molto buono: un grande incontro della scuola italiana, tutta la scuola: piccoli e grandi; insegnanti, personale non docente, alunni e genitori; statale e non statale […] Si vede che questa manifestazione non è “contro”, è “per”! Non è un lamento, è una festa! Una festa per la scuola. Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamola scuola. E dico “noi” perché io amo la scuola, io l’ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da Vescovo. Nella Diocesi di Buenos Aires incontravo spesso il mondo della scuola, e oggi vi ringrazio per aver preparato questo incontro, che però non è di Roma ma di tutta l’Italia. Per questo vi ringrazio tanto. Grazie!”

Progettare

30 aprile, 1-2-3 maggio assemblea nazionale AC

“Tante volte abbiamo Gesù chiuso nelle parrocchie con noi, e noi non usciamo fuori e non lasciamo uscire fuori Lui! Aprire le porte perché Lui vada, almeno Lui! Si tratta di una Chiesa “in uscita”: sempre Chiesa in uscita. Questo stile di evangelizzazione, animato da forte passione per la vita della gente, è particolarmente adatto all’Azione Cattolica, formata dal laicato diocesano che vive in stretta corresponsabilità con i Pastori. In ciò vi è di aiuto la popolarità della vostra Associazione, che agli impegni intraecclesiali sa unire quello di contribuire alla trasformazione della società per orientarla al bene. Ho pensato di consegnarvi tre verbi che possono costituire per tutti voi una traccia di cammino: Rimanere […] Andare […] Gioire”

Testimoniare

27 aprile Canonizzazione Giovanni XXIII E Giovanni Paolo II

Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.

Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze siadattino tutte ai miei pensieri.

Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando ce come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell'anima.

Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi, farò almeno una cosa che non desidero fare; e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.

Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.

Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come se nessun altro esistesse al mondo.

Solo per oggi, non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà.

Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita!

Giovanni XXIII

Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino"in quest'alba del terzo millennio.[…]

Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.Cari giovani del secolo che inizia, dicendo «sì» a Cristo, voi dite «sì» ad ogni vostro più nobile ideale.

Giovanni Paolo II

Tuttavia, tutto questo non è lontano da noi, infatti la nostra Chiesa Locale vive e cresce ad IMMAGINE della Chiesa di Roma.

E noi? Che volto abbiamo in tutto ciò? Proviamo a “somatizzare” la nostra esperienza

“Auguro a tutti voi,
[…] una bella strada che faccia crescere le tre lingue,
che una persona matura deve sapere parlare:
la lingua della mente,la lingua del cuoree la lingua delle mani.
Ma, armoniosamente, cioè
pensare quello che tu senti e quello che tu fai;
sentire bene quello che tu pensi e quello che tu fai;
e fare bene quello che tu pensi e quello che tu senti.
Le tre lingue, armoniose einsieme! “


Francesco



Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla - Atto normativo

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