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Ru486. L'aborto nei consultori stravolge la legge 194
Marina Casini Bandini
Presidente nazionale del Movimento per la Vita italiano

Aborto a casa con la RU486

Il ministero della Salute italiano ha emanato il 12 agosto 2020 una circolare di aggiornamento delle “Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine”.

Sull’utilizzo della pillola abortiva Ru486 il nostro Vescovo, Massimo Camisasca, è intevenuto con un comunicato ufficiale


L'Azione Cattolica Diocesana

L'Azione Cattolica Diocesana condivide il comunicato del nostro Vescovo Massimo Camisasca sul tema dell'aborto insieme alla riflessione del Vicario Episcopale per i movimenti, le associazioni e le aggregazioni laicali, Don Giovanni Rossi, trasmesse a nome della Consulta delle Aggregazioni Laicali di cui l'AC fa parte.

L'Azione Cattolica desidera confermare il diritto alla vita e la necessità di trovare soluzioni a tutela e sostegno della maternità, delle donne e della famiglia.

Il Consiglio di Presidenza
Azione Cattolica di Reggio Emilia-Guastalla


Il comunicato del Vescovo Massimo

“Di fronte alle notizie apparse in questi ultimi giorni in merito all’interruzione volontaria della gravidanza, cioè all’aborto, che verrebbe permesso con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana di gravidanza, esprimo la mia tristezza e la mia totale contrarietà, sulla base di molte considerazioni. Desidero mettere in luce almeno le più importanti.

1. Purtroppo la depenalizzazione dell’aborto ha portato ad una cultura di morte in cui la decisione della donna di interrompere la gravidanza è sempre più banalizzata e presentata all’opinione pubblica come un qualunque intervento farmacologico. Tra un po’ non si parlerà più di aborto, perché esso sarà “invisibile”, non senza gravi conseguenze per la mamma e per la società.

2. La donna viene sempre più lasciata sola di fronte alla drammatica decisione se rinunciare o meno al proprio bambino. Alla luce dei nuovi regolamenti, viene lasciata sola anche nelle ore oltremodo pesanti in cui devono agire i farmaci assunti per fermare la gestazione e provocare l’espulsione. La donna sarà sola, a casa con il proprio dolore e le possibili conseguenze negative sulla sua salute.

3. La tristezza nasce in me soprattutto nel leggere alcune affermazioni di parlamentari riportate dai giornali, come ad esempio questa: “Una risposta civile e moderna, che spazza via ogni concezione medievale del ruolo delle donne”. Invece di scegliere la strada dell’aiuto alla maternità, in una situazione di declino demografico che sta mettendo una seria ipoteca sul futuro del nostro Paese, si nasconde ipocritamente l’origine vera di questa decisione: gravare meno sulle strutture ospedaliere, anche a costo di pesanti conseguenze che il Consiglio Superiore della Sanità nelle sue Linee Guida del 2010 aveva riconosciuto come rischiose per la salute della donna”.

+ Massimo Camisasca,
Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla


L'intervento di don Giovanni Rossi

L’accorato e puntuale intervento del vescovo Massimo in merito alle notizie apparse in questi giorni relative all’interruzione della gravidanza, che verrebbe permessa con metodo farmacologico, ha il merito grande di richiamare ancora una volta l’attenzione di ciascuno sul dramma dell’aborto.

Una forte preoccupazione pastorale e soprattutto un’attenzione particolare per la donna – che si trova ad assumere una decisione grave e a vivere un’esperienza che certamente segna – sono sottese a questo documento del magistero di mons. Camisasca.

Di stringente attualità e di particolare rilievo assume il riferimento del vescovo Massimo all’”inverno demografico” e all’inadeguatezza della legislazione italiana a tutela e sostegno della maternità. Recenti statistiche hanno documentato come nel nostro Paese migliaia di lavoratrici madri e lavoratori padri abbiano dato le dimissioni per l’impossibilità di conciliare lavoro e cura dei figli.

Lo Stato deve avere a cuore la difesa della dignità della donna, la famiglia, la salvaguardia della salute di ogni cittadino; deve adottare provvedimenti legislativi adeguati e coraggiosi e investire in questi ambiti.

La Consulta esprime solidarietà e vicinanza a mons. Camisasca per questo suo importante e necessario intervento, che ha suscitato anche critiche e lo ringrazia per l’attenzione ancora una volta dimostrata verso problematiche che investono tutta la nostra comunità.

Don Giovanni Rossi
vicario episcopale per i movimenti, le associazioni e le aggregazioni laicali


Il comuniato dell'Unione Giuristi Cattolici italiani

Reggio Emilia, 18 Agosto 2020

Abbiamo seguito senza sorpresa, ma con amarezza, le polemiche precostituite, fino all’aggressione verbale, che hanno accompagnato la presa di posizione del nostro Vescovo sull’estensione dell’uso della RU486.

Come giuristi cattolici noi sentiamo ogni giorno il peso dei drammi umani che stanno alle spalle delle questioni giuridiche che ci vengono presentate; così abbiamo continuamente bisogno di un arricchimento di umanità e di spiritualità, che ci faccia capire il perché e la portata di una legge e ci faccia capaci di andare al di là delle forme in vista di una più vera giustizia dei nostri quotidiani rapporti.

Per questo ci giungono particolarmente graditi gli interventi, come quello del Vescovo, che escono dall’andazzo precostituito dell’ideologia prevalente e dalla superficialità degli slogan in vista di un cammino spassionato nella nostra realtà profonda, sempre più complessa e sempre più ignorata.

Grazie Eccellenza, ci aiuti ad essere una comunità sincera, costruita sulla fede in Cristo e sull’amore all’uomo.

Avv. Federica Davoli – presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani -unione di Reggio Emilia

Avv. Federica Davoli,
presidente Unione Giuristi Cattolici Italiani - unione di Reggio Emilia


Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla - Atto normativo

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