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Festincontro 2025



venerdì 20 giugno 2025

Dialogo con Beatrice Fazi

La speranza al femminile

Racconto tragicomico di una vita che ricomincia



La fantasia e l'ironia di Dio

È prorompente la testimonianza di Beatrice Fazi, nota attrice e conduttrice televisiva, che parla con grande intensità del suo percorso personale tra fallimenti e successi, in una vita ricca di esperienze che ad un certo punto si è intersecata con la fede.

Racconta di un’infanzia caratterizzata dal continuo tentativo di essere una figlia modello, all’altezza delle aspettative della famiglia, a dispetto del figlio maschio trattato con tutti gli onori. Una disparità di trattamento tale da creare un desiderio di rivalsa e distacco, che l’ha portata una volta cresciuta a sposare le battaglie femministe, in cerca di una sospirata indipendenza, staccandosi da quei legami “disfunzionali” che tanto l’avevano fatta soffrire, non ultimo per il tradimento del padre nei confronti della madre.

Una sofferenza che l’ha portata a staccarsi dalla Chiesa, dal rapporto con Dio, così apparentemente assente, e da una sfera di rapporti in cui sembrava che contasse solo “salvare la facciata”. In una adolescenza all’insegna della trasgressione, tra giri di alcol, fumo, droga, solo l’esperienza del teatro, prima passione da sempre, la salva dallo smarrimento totale.

“Cercavo quella straordinarietà che mi era stata promessa, che è stata promessa a tutti, a ciascuno di noi; quella promessa di bene, di bello e di vero che tutti abbiamo nel cuore. Quell'anelito all'infinito, quel desiderio di eterno che lo spirito urla dentro di noi, quella domanda che cerca una risposta e non la trova, soprattutto quando i tuoi genitori sono così presi dai loro problemi, quando gli insegnanti a scuola molto ipocritamente continuano a farti delle lezioni abbastanza inutili…”

E così, mentre è fidanzata con un uomo di 20 anni più grande, arriva come un fulmine a ciel sereno una gravidanza inaspettata. Il fidanzato se ne lava le mani, le amiche femministe suggeriscono la strada dell’aborto, il consultorio non presta l’assistenza che per legge sarebbe tenuto a dare. La vergogna e la paura per le maldicenze verso lei e la famiglia sono forti. L’aborto, “volontario ma non libero, perché la libertà prevede che tu possa scegliere e che tu sappia quali saranno le conseguenze” è la scelta che ha pagato per tanto tempo a seguire, e le cui ricadute hanno subito i suoi quattro figli avuti successivamente.

La vita professionale nel frattempo continua piena di soddisfazioni, come dice Beatrice: “Dalla vita ho avuto tutto quello che potevo desiderare” riconoscimenti, colleghi famosi, locali, feste, ma “avevo sempre un senso di inadeguatezza”, un’infelicità che provava a colmare anche con la meditazione trascendentale buddista.

In questo turbinio di eventi e relazioni, nella quale subentra anche un fidanzamento serio e stabile, quello con Pierpaolo con cui poi ha costruito una bella famiglia, riesce a farsi strada anche Dio. Dapprima con un incontro fulmineo, inaspettato, davanti all’ostensorio. Poi tramite lo sguardo dei ragazzi partecipanti alla GMG di Roma, nel 2000, incontrati ad un incrocio. Infine, grazie alla testimonianza di un’amica, che aveva cominciato a frequentare le catechesi dei “Dieci comandamenti” e che ogni lunedì mattina le raccontava l’incontro della sera prima. A forza di lasciarsi scavare da quelle parole, Beatrice un giorno decide di andare a parlare con Don Fabio Rosini, e da quel primo incontro comincia tutto. A sua volta inizia a frequentare le catechesi e pian piano riesce a contagiare anche il compagno “ateo, nietzschano e nichilista”, che inizialmente non voleva avere figli. Conclude Beatrice: “Vi rendete conto della fantasia e dell’ironia di Dio? Io e Pierpaolo siamo l'esempio che davvero Dio è onnipotente e che una che a 20 anni ha abortito può finalmente rispondere a quella

vocazione alla maternità che si esprime non solo con i propri figli, ma anche in tanta genitorialità espressa negli incontri con i giovani, nell’impegno civile e politico nel quale cerco di portare questa gioia. Io spero di avervi contagiato col mio entusiasmo questa sera e avervi fatto capire che davvero non è tardi per alzarsi e dire un eccomi forte come un grido a nostro Signore!”

Elena Oleari

Per il Consiglio Diocesano


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