martedì, 22 ottobre 2024
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Il Festincontro 2016
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C'è gioia nel servizio: Adrea Cavazzoni
Tenacemente famiglia 2: Costanza Miriano
Family man: Edoardo Tincani
Cristiani perseguitati fonte di speranza: P. Cervellera
Un cuore grande come la sabbia: musical
Stand ACG

Festincontro 2016



Elogio della diversità uomo-donna

La conversazione tra Cristiana Caricato e Costanza Miriano

Non è semplicissimo trovare un filo conduttore al dopocena di domenica 12 giugno, nella serata intitolata “Tenacemente famiglia 2”, che ha il merito di far registrare l’indiscusso picco di ascolti al Festincontro 2016.

Al tavolino della chiesa parrocchiale conversano due amiche giornaliste e scrittrici, Costanza Miriano e Cristiana Caricato, avvezze a lunghe chiacchierate tra donne.

Così anche il loro colloquio gavassese spazia di qua e di là, dalle diaconesse dei primi secoli ai disorientamenti prodotti dalla “Amoris Laetitia”, ma dà l’impressione, all’inizio, di segnare una sorta di battuta d’arresto dovuta alla “maledettissima” (così Caricato) legge Cirinnà.

Perché ora che l’avversato ddl si è tramutato in norma cogente, in un certo senso c’è la bonaccia dopo la tempesta politica che ha squassato il Paese e che dopo l’ultimo Family Day ha visto spuntare nella giungla partitica “Il Popolo della Famiglia”.

Miriano, scesa da quel treno, dice che ora la testimonianza si sposta più sul piano culturale. E se un leit motiv si può individuare, nel successivo scambio di battute tra le due

Anchorwoman, questo può essere l’elogio della diversità dei sessi.

Caricato la mette anche sul piano fisico, prendendo ad emblema le porte delle toilette tappezzate di simboli vari di genere in cui ci s’imbatte all’estero, sicché alla fine una persona finisce per andare dove vuole. Morale: per affermare la liquidità sessuale, si salta a piè pari – misconoscendolo – il lato biologico.

Miriano invece si addentra nel rapporto di coppia, con ampie digressioni in quel territorio che John Gray, ventiquattro anni fa, aveva magistralmente esplorato nel suo best seller “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”.

Attingendo all’esperienza personale, la giornalista Rai si sofferma così sulla fatica di andare d’accordo e sullo sforzo da compiere, lui e lei, per imparare a tradurre il linguaggio del coniuge.

Tipico esempio: la donna ha bisogno che l’uomo la ascolti anche solo per sfoarsi e ritrovare equilibrio, mentre il marito – appena la moglie apre bocca per esporre un problema – è indotto a cercare soluzioni... non richieste.

C’è dunque un’ineliminabile parte di delusione da affrontare, anche nel matrimonio.

Tuttavia “la letizia dell’amore nasce dalla decisione di abbracciare una Croce”.

Questo non deve suonare all’orecchio dei fidanzati come un deterrente a sposarsi; certo che occorre un atto di affidamento, ché “il Signore non provvede finché vogliamo fare da soli”.

A un certo punto è Miriano che intervista Caricato e, in modo un po’ brusco, si passa a parlare dell’Esortazione postsinodale “Amoris Laetitia”, definita un documento aperto, in cui volutamente il Papa gesuita ha marginalizzato la questione dei sacramenti per i divorziati risposati – che sui mass media ha invece rubato la scena ai contenuti in realtà prevalenti – relegandola in una nota al testo.

Se la pastorale del caso per caso può generare dubbi, dice la giornalista di Tv2000, è anche vero che probabilmente “quello del figlio maggiore della parabola è il complesso che ci avvelena di più, sotto il pontificato di Francesco.

Miriano “ammette” il complesso di superiorità e torna sul terreno delle fatiche “diverse” che, nel matrimonio, l’uomo e la donna sono chiamati a compiere, esaminate puntualmente anche nei suoi libri. In sintesi: la moglie deve sforzarsi di non cedere alla tentazione di controllare e manipolare il marito (è il senso della sottomissione di cui ha scritto san Paolo), mentre il banco di prova che attende il maschio consiste nell’imparare a “morire” per la sua donna, vincendo il rischio di non giocarsi completamente nella relazione d’amore (in una parola sola e antica: l’egoismo).

Con un affondo, motivato, da femminista cristiana: “Credo che la donna ‘generi’ il marito. Dio affida l’umanità alla Donna”.

C’è tempo, con Cristiana Caricato, anche per un accenno al dramma del “femminicidio” e per un’analisi della cause del fenomeno.

Secondo Costanza Miriano l’uomo, che nella relazione è la parte più fragile, quando viene rifiutato perde la sua identità e può arrivare a ribellarsi alla decisione di lasciarlo, presa dalla donna, anche consumando la violenza estrema. Di qui, l’invito a non “giocare” con la sessualità, proprio perché essa ha a che fare con la vita e con la morte.

Brava bis, sembra dire l’uditorio, di certo la componente femminile.

E in fondo l’ascesa della donna nella Chiesa del terzo millennio può essere anche un messaggio provocatorio, una sfida affascinante, per un laicato “tenacemente” maschio.

Edoardo Tincani


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